Psicologia della sottomissione: BDSM, sadomaso e feticismo dei piedi al giorno d’oggi

La sottomissione erotica ha una storia decisamente ampia e remota, anche se gli studi in merito stanno rifiorendo solo negli ultimi anni. Infatti, in relazione alla psicologia del BDSM, del sadomaso e del feticismo dei piedi non sempre si ha un quadro cristallino e ben definito. 

Ciò a causa della morale benpensante, certo, ma anche del fatto che tali pratiche erotiche erano annoverate come disturbi parafilici sui quali intervenire a livello psichiatrico, dunque analizzati solo in relazione ad un problema da arginare e/o sanare e non come una normale tendenza sessuale. 

Cerchiamo allora di fare chiarezza e verificare a che punto di “consapevolezza” è oggi lo studio clinico circa l’argomento:

  • Psicologia BDSM: il “drago di velluto”
    • BDSM, sadomaso e feticismo: facciamo chiarezza sulle differenze
      • BDSM
      • Sadomaso
      • Feticismo (dei piedi)
    • Master, mistress, slave: l’identikit 
    • Le cause
      • Fattori psicologici
      • Fattori culturali
      • Fattori biologici
  • L’importanza del consenso

Psicologia BDSM: il “drago di velluto”

Una delle definizioni per noi più azzeccate relative alla dominazione erotica è quella del sessuologo neozelandese John Money: un “drago di velluto”. Con tale nomenclatura, egli vuol fare riferimento ad un’idea ed una pratica spaventose al solo parlarne (come un drago) ma che, all’atto pratico si rivelano particolarmente innocue (come il velluto, che fra l’altro è anche un tessuto piacevole da toccare). 

In relazione alla psicologia della sottomissione, è probabilmente una definizione altamente significativa, che abbraccia una consapevolezza non soltanto clinica, ma comprende la varietà delle sfumature delle inclinazioni di natura sessuale. 

Fino ad una manciata di anni fa, sia il DSM-5, che ICD-10 avevano iscritte al loro interno tutte le pratiche sadomaso e feticiste, senza tenere in considerazione una scala di riferimento, ma semplicemente mettendo nel calderone qualunque perversione a tema. 

Oggi, per fortuna, l’ambito BDSM è stato depatologizzato, ma la letteratura e la morale hanno spinto per anni gli appassionati di tali pratiche sessuali a nascondersi, quasi. 

Complici i forum, le app, i siti di incontri BDSM come bdsmonline.eu e i siti di incontri per feticisti (un esempio lo riportiamo più sotto), la comunità sadomaso ha comunque potuto continuare a seguire le proprie inclinazioni, confrontandosi e crescendo, palesandosi come un’isola felice dove – in un certo qual modo – si parla la stessa lingua. 

BDSM, sadomaso e feticismo: facciamo chiarezza sulle differenze 

Prima di andare avanti, è bene comprendere al meglio le sfumature che ci sono anche fra i vari termini. 

BDSM 

Potremmo definirla una sorta di macro categoria, in quanto il suo acronimo abbraccia l’intero mondo che ruota attorno alla dualità dominazione e sottomissione, contemplando in maniera intrinseca anche i differenti livelli di azione.

Infatti, BDSM sta per: 

  • Bondage & Disciplina (B&D)
  • Dominazione & Sottomissione (D/s o Ds)
  • Sadismo & Masochismo (S&M o SM)

Tutte queste sotto categorie sono, a loro volta, un contenitore per altre e varie attività erotiche. Non c’è un limite vero e proprio o comunque ben definito fra l’una e l’altra, in quanto in un normale rapporto BDSM possono essere contemplate pratiche afferenti anche a più di queste categorie.

Come sempre, etichettare è difficile e, sostanzialmente, non occorre. 

L’ambito psicologia BDSM spiega che chi ama questa tipologia di relazione non necessariamente consuma il rapporto con la penetrazione, in quanto il piacere scaturisce dalla dinamica di potere e sottomissione. 

Colui che domina, gode della sua posizione privilegiata e dell’obbedienza del suo slave. Al contrario, questi è gratificato dalle attenzioni che il suo dominatore gli offre e la sua eccitazione sta nel soddisfarlo con cieca obbedienza.

Esplicitata così, può sembrare una dinamica sessuale cruda, ma in realtà nessun rapporto BDSM è scevro da fasi dedicate alla tenerezza, ovvero l’aftercare. Qui il dominatore si prende cura del suo schiavo sessuale, curando eventuali escoriazioni ed elargendo premi di varia natura.  

Sadomaso 

Compreso fra le pratiche del BDSM, è spesso chiamato anche sadomasochismo, specie quando si fa riferimento a pratiche più strong. 

Erroneamente, nel tempo si è usato impropriamente tale termine, associandolo a persone crudeli di natura, addirittura serial killer, ottenendo un’eccezione davvero molto negativa. 

Secondo Byrne, le pratiche sadomaso sono degli esempi di “sessualità estetica”, dove non vanno prese in considerazione cause né di tipo fisiologico, né psicologico, in quanto si tratta di un rapporto guidato da finalità estetiche e strettamente legate al piacere. Di fatto, secondo Byrne, siamo più davanti ad una creazione artistica, che ad altro.

Naturalmente, sulla psicologia sadomaso si sono espressi in molti, anche personaggi non specializzati, alcuni dei quali offrendo delle interpretazioni davvero fantasiose.

Feticismo (dei piedi)

Il feticismo è la sublimazione del proprio interesse sessuale nei confronti non di una persona, ma di una parte del suo corpo e/o su di un qualche accessorio in particolare. 

Uno degli esempi più noti è il feticismo dei piedi, che vede il soggetto eccitarsi alla vista di piedi con particolari caratteristiche (piedi curati, piedi odorosi, con tatuaggi, ecc, a seconda dei gusti). 

Circa la psicologia del feticismo dei piedi, non possiamo non menzionare Sigmund Freud. Secondo questi, il feticismo nasce nel bambino maschio a seguito di un trauma infantile, ovvero alla scoperta dell’assenza del pene nella madre ed alla conseguente angoscia per una sua eventuale evirazione.

Pur non essendo una parafilia, è sempre bene evidenziare che esiste un limite ben definito fra una semplice passione e/o ossessione per i piedi ed un reale disturbo parafilico. In pratica, nel momento in cui il soggetto riesce a raggiungere l’orgasmo solo in relazione al coinvolgimento dei piedi in un rapporto, perdendo interesse completamente per il partner e per la penetrazione, allora vuol dire che si è giunto al terzo o quarto stadio del feticismo: si parla di parafilia a pieno titolo.

Anche in questo caso vediamo che questa particolare “passione” viene sviluppata oggi giorno tramite internet e dei siti particolari di incontri per amanti dei piedi come la chat sui piedi www.piedidaleccare.net comunità che raccoglie appassionati dei piedi sia femminili che maschili o come il forum malesfoot.forumcommunity.net dedicato soltanto ai piedi maschili.

Master, mistress, slave: l’identikit 

Essendo un argomento molto ampio e variegato, per anni tenuto nascosto fino agli eccessi pubblici della fase 50 Sfumature di Grigio, va da sé che esista una nomenclatura per ogni soggetto coinvolto. 

Il master è il dominatore, ovvero colui che ordina allo al soggetto sottomesso cosa deve fare per compiacerlo. Il suo corrispondente femminile è la mistress, fra l’altro una figura molto potente anche nell’immaginario erotico dei non BDSM conclamati. 

Lo slave è lo schiavo, ovvero colui che si assoggetta ad un master o una mistress. In alcuni casi si parla anche dello switch, ovvero un soggetto che è sia sub che dom, a seconda del singolo rapporto e degli accordi presi prima di iniziare. 

Per ciò che concerne strettamente l’identikit di tali soggetti, la moderna psicologia BDSM ha ampiamente sdoganato il fatto che si tratti di individui che hanno subito traumi sessuali o comunque molto violenti, così come il fatto che si tratti di persone che amano infliggere il dolore per goderne in maniera malevola: niente di tutto ciò. 

Secondo uno studio olandese pubblicato sul Journal of Sexual Medicine dal titolo “Psychological Characteristics of BDSM Practitioners” dai ricercatori Andreas Wismeijer e Marcel van Assen dell’università di Tilburg, sono emersi interessanti dati. 

La ricerca ha preso in esame un campione di 902 soggetti BDSM e di 434 vanilla, ovvero coloro che praticano il sesso tradizionale. A questi è stato sottoposto un questionario con numerose domande relative alla propria personalità ed al quotidiano. 

I soggetti BDSM, in particolare, master e mistress, si sono mostrati come persone con una consapevolezza di sé assai alta, persone estroverse ed equilibrate, dalla mente aperta. Anche gli switch e gli slave hanno dimostrato tali caratteristiche, solo ad un livello leggermente inferiore rispetto ai dom. 

I soggetti vanilla hanno fatto registrare livelli bassissimi di consapevolezza di sé, uniti ad una forte nevrosi quotidiana ed alla difficoltà a gestire le relazione e, soprattutto, i rifiuti.

Inoltre, c’è da evidenziare che la maggior parte dei soggetti BDSM ha un alto livello di istruzione e di reddito.

Di fatto, tale ricerca ha espresso un qualcosa che, probabilmente, era noto già nella comunità BDSM, ma che al di fuori non era neanche immaginabile. 

Le cause

Questa ed altre ricerche più moderne, hanno dato il via ad una letteratura scientifica rivisitata sull’argomento, ovvero una psicologia della sottomissione basata su di una prospettiva biopsicosociale. 

Interessante, a tal proposito, è la ricerca belga “Bondage-Discipline, Dominance-Submission and Sadomasochism (BDSM) From an Integrative Biopsychosocial Perspective: A Systematic Review”, che distingue già fra un primo insieme di soggetti che pratica o ha fantasie BDSM, rispetto ad un altro che vive come identità e stile di vita il BDSM, 24 ore su 24. 

Sebbene questa tipologia di studi sia ancora in fase iniziale, è certamente importante evidenziare quali sono le cause che, lontano dall’ambito psichiatrico, fanno emergere un interesse per le pratiche erotiche di dominazione e sottomissione, ovvero fattori psicologici, culturali e biologici.

Fattori psicologici

Sono certamente fra le cause più discusse. 

Come evidenziato nella ricerca olandese summenzionata, i soggetti BDSM sono persone estremamente estroverse e con una grande consapevolezza di sé. A ciò si aggiunge una potenziale vena narcisistica e di impulsività elevata, con la decisa volontà di sperimentare emozioni forti e sempre più coinvolgenti. 

Altro aspetto emerso dallo studio è quello che vede i soggetti BDSM coinvolti da un meccanismo familiare infantile in cui uno dei due genitori era fortemente dominante sull’altro. Da adulti, tale dinamica relazionale pare prevalga su questi soggetti, tanto da sviluppare una disparità gerarchica sulle relazioni di coppia e sessuali.

Così come già in passato si era ipotizzato, per alcuni aspetti, l’ambito familiare potrebbe avere una certa importanza sulla concretizzazione del profilo personale del soggetto, orientandone i vari aspetti di interazione affettiva e le dinamiche sessuali.

Fattori culturali

Vivere in grandi centri urbani, così come particolari frequentazioni liberali può incidere fortemente sull’apertura mentale del soggetto. 

In pratica, chi respira aria metropolitana e cosmopolita tende ad avere una mente più aperta a nuove esperienze, a nuovi stimoli che, per fattori ambientali ed altro, possono orientarsi verso il sadomaso.

Di conseguenza, anche avere contatti con circoli ed ambienti liberali in tema di sessuale e non può offrire prospettive differenti, rispetto alla “tradizione” e formare, così, un interesse verso l’esplorazione sessuale cosiddetta atipica.

Fattori biologici

Nell’ambito biologico, da sempre la dominazione e la sottomissione hanno generato una sorta di erotismo intrinseco. Tant’è che l’uomo alfa, quello dominante nel sistema patriarcale viene anche visto come più virile, di conseguenza più fertile ed adatto a continuare e migliorare la specie. 

D’altro canto, la donna sottomessa risponde alle volontà sessuali dell’uomo dominatore, assicurando ad essa una prole forte e numerosa.

Può sembrare un discorso d’altri tempi, ma nella biologia è fondamentale continuare la specie: basta guardare un qualunque documentario sul mondo animale relativo al periodo dell’accoppiamento. Qui, dopo innumerevoli lotte (anche cruente) e corteggiamenti, è il soggetto alfa ad avere la meglio e ad aggiudicarsi la femmina contesa.

A questo discorso di stampo biologico si aggiunge anche la percezione dell’anzianità come identificazione del soggetto dom, motivo per il quale i giovani sono maggiormente propensi ad essere dei sub. 

Nel contesto rientra anche la percezione del dolore come tale. Da uno studio è emerso che i soggetti BDSM mostrano una più elevata soglia del dolore, se visualizzano immagine sadomaso. Ovviamente, l’esame è stato eseguito tramite risonanza magnetica funzionale: di fatto un evidenziatore della percezione sensoriale. 

L’importanza del consenso

In ultimo, c’è un aspetto molto importante da evidenziare in relazione a tali pratiche erotiche: il consenso. 

Non esiste un rapporto BDSM senza che le parti abbiano concordato una safe word, ovvero una parola di sicurezza da pronunciare allorché il gioco comincia a farsi troppo strong da sostenere.

Tale safe word è fondamentale, specie quando si tratta di rapporti occasionali. Ma c’è di più, perché indica anche un alto livello di consapevolezza fra le parti, la volontà di giocare e divertirsi sperimentando, ma mai con l’intenzione di ledere l’altro con crudeltà.

Di fatto, analizzando la letteratura circa la psicologia sadomaso e la psicologia del feticismo dei piedi odierna, siamo sempre più consapevoli del fatto che vi è una nuova e più coscienziosa presa di posizione da parte degli specialisti, che hanno messo da parte il bigottismo, per entrare appieno in una nuova intesa. 

Dunque, non si parla più di parafilie in tutti i casi a livello assoluto, ma di normali trasgressioni erotiche guidate dalla fantasia, alle quali occorre guardare come qualcosa di normale ed in tono assolutamente non giudicatorio.

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