Transessualismo: Il ruolo della psicologia nella disforia di genere

La psicologia del transessualismo e della disforia di genere è ancora oggi un argomento molto discusso, principalmente perché ancora non è ben nota l’eziologia di tali situazioni. 

Anche se molte teorie e studi sono stati promossi in merito, ci troviamo ancora su di un terreno difficile da definire, anche per via della sua delicatezza e delle molteplici sfumature che comprende. 

Infatti, la disforia di genere è il nome che si dà in generale ai problemi di identificazione sessuale di un soggetto, mentre il transessualismo ne è solo una delle diverse forme, per alcuni considerata la più estrema. 

Facciamo luce sull’argomento assieme, parlando di: 

  • Psicologia del transessualismo: un ambito ancora molto discusso
  • Differenze fra sesso, identità e genere
  • Le cause del transessualismo
    • Sintomi disforia di genere: quando e in che modo si manifestano 
      • Transessualismo primario
      • Transessualismo secondario 
  • Psicoterapia e transessualismo: un aiuto validissimo

Psicologia del transessualismo: un ambito ancora molto discusso

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di differenti portali come il sito di incontri trans incontri-trans.com, piattaforme dove chi sentiva in sé emergere delle nuove sensazioni, poteva affrontare il discorso in piena serenità, nonché trovare persone con le quali condividere le proprie inclinazioni nel mondo reale, senza la paura di essere giudicati. 

Ma, come dicevamo in apertura, la psicologia del transessualismo è un ambito ancora molto discusso e delicato da affrontare.

In primo luogo perché gli studi effettuati sono sempre partiti da un pregiudizio, nonché da un’analisi che parte dalla certezza che dietro la disforia di genere vi sia un disturbo mentale. In secondo luogo perché l’argomento desta ancora forti discussioni e tensioni nell’ambito sia clinico-medico, che della comunità transgender, compresa l’ossessione attuale per il politically correct. 

In linea generale, il DSM-5 afferma che la disforia di genere è caratterizzata da una forte e persistente identificazione con il sesso opposto al proprio, ovvero quello di nascita. 

Il soggetto che ne è affetto prova grande frustrazione, ansia e depressione nei confronti della propria situazione, sentendosi come imprigionato in un corpo non proprio. Pertanto, il suo unico desiderio è quello di mutare le proprie sembianze fisiche, così da esprimersi in tutta la propria femminilità o mascolinità finora negate.

L’attività di supporto che può offrire la psicologia e la psicoterapia in quest’ambito è, come si evince, incalcolabile.

Differenze fra sesso, identità e genere

È bene evidenziare che sussistono delle differenze fra sesso, identità e genere, differenze che sono particolarmente importanti da definire per comprendere al meglio i vari aspetti della disforia e, nello specifico, la psicologia del transessualismo in tutte le sue principali sfumature. 

Ecco le esatte definizioni: 

  • Sesso: con questo termine si fa riferimento allo status biologico del soggetto, ovvero maschio, femmina o intersessuale
  • Identità di genere: è la cognizione soggettiva che una persona ha di sé in relazione alla propria sessualità, dunque si identificherà come maschio, femmina o transgender o altro termine affine
  • Identità sessuale: non sempre è presente, ma in generale fa riferimento al sesso dal quale il soggetto è attratto a livello sessuale
  • Ruolo di genere: è il ruolo che si assume a livello pubblico, ovvero come si parla di sé agli altri identificandosi e come gli altri ci identificano

In relazione a ciò, occorre anche precisare che il transessualismo si riferisce sia a uomini che si sentono e vogliono divenire donne (Male to Female – MtF), che donne che si sentono e vogliono divenire uomini (Female to Male – FtM). 

Le cause del transessualismo

Ancora oggi, la letteratura scientifica non sa dare una risposta ben precisa, in relazione alle cause della disforia di genere. Se da una parte sussiste l’importanza dei fattori biologici che vanno a definire l’identità di genere, dall’altra parte la psicologia del transessualismo avanza l’ipotesi che vi siano dei fattori sociali ed ambientali che possono incidere in maniera determinante sulla propria identità. 

C’è da dire, però, che il transessualismo non viene quasi associato ad un’anomalia genetica o ad un’ambiguità genitale. 

Singolari gli studi che affermano come vi sia un tasso maggiore di soggetti affetti da disforia di genere fra i gemelli monozigoti, rispetto ai gemelli dizigoti. L’idea è che vi sia una sorta di componente ereditaria che influisce sull’identità di genere, ma tali ricerche sono ancora molto controverse e comunque non abbastanza attendibili per dare una risposta chiara quanto definitiva. 

È principalmente necessario studiare più a fondo l’argomento, anche in virtù del fatto dell’aumento costante delle persone transgender che richiedono la riassegnazione sessuale. 

Secondo gli ultimi dati rilevati dalla comunità scientifica internazionale e ripresi dal sito de La Repubblica, la percentuale di popolazione transgender dovrebbe essere compresa tra lo 0.5 e l’1.2% del totale: ciò vuol dire che solo nel nostro Paese ci sarebbero circa 400mila persone.

Sintomi disforia di genere: quando e in che modo si manifestano 

I segnali possono palesarsi sia in età infantile, che negli adulti. Per quanto affini, però, restano dei sintomi anche molto legati al livello di capacità di comprensione e percezione di sé, oltre che all’età anagrafica.

In genere, i sintomi nei bambini si manifestano molto presto, intorno ai 2 o 3 anni di età. I soggetti coinvolti mostrano sentimenti negativi nei confronti dei propri genitali, desiderando di svegliarsi e di ritrovarsi maschio o femmina, a seconda del caso. Naturalmente, vi è la fase di negazione del proprio sesso e della propria identità di genere biologica, operata indossando abiti e dedicandosi a giochi tipici del sesso opposto, ad esempio. 

Negli adulti, invece, questi desideri diventano manifestazioni decise e più forti. Spesso, pur sentendo in età infantile i primi avvertimenti di una diversa identità di genere, può accadere che questa non si viva pienamente come un disagio, disagio che però può scaturire in età adulta. 

In questi casi, il soggetto adulto desidera liberarsi da quelle che sono le sue caratteristiche fisiche biologiche, un atteggiamento che coinvolge ogni aspetto della propria vita tanto da immedesimarsi totalmente nell’altro sesso sia a livello emozionale, che estetico.

Prima di cambiare la propria identità di genere, vi sono differenti step da seguire sia clinici, che burocratici, nonché un periodo di almeno da trascorrere di almeno due anni dalla richiesta di riassegnazione sessuale effettuata al tribunale di competenza.

In queste situazioni è molto importante la diagnosi differenziale effettuata da personale medico specializzato, che potranno evidenziare eventuali situazioni particolari (ad esempio, la presenza di problemi mentali o anormalità cromosomiche) e decidere, in ultimo, se una eventuale operazione di riassegnazione sessuale può essere avallata o meno. 

In questa delicata fase, la psicologia distingue fra transessualismo primario e secondario.

Transessualismo primario

Contempla i soggetti che scelgono di procedere con la riassegnazione sessuale chirugica, senza passare da altra esperienze sessuali, né etero, né gay. 

Secondo alcuni studi, i soggetti con transessualismo primario sviluppano un maggior grado di benessere personale e fisico a seguito dell’operazione.

Transessualismo secondario 

Contempla i soggetti che hanno vissuto la propria sessualità sia a livello etero, che gay, ma contemplando anche le forme di travestitismo. 

In questi casi, è necessaria una fase cosiddetta di Real Time, ovvero un percorso psicologico ed una terapia ormonale di supporto affinché il soggetto possa sperimentare nella vita reale la sua nuova identità di genere. Tale percorso ha una durata variabile, a seconda del singolo caso, ma non sempre termina con la riassegnazione genitale chirurgica.

Psicoterapia e transessualismo: un aiuto validissimo

Si evince che la trasformazione fisica non è tutto in quest’ambito, poiché i fattori coinvolti sono molteplici. 

Un assist psicoterapico diventa fondamentale in tal senso, tant’è che la psicologia del transessualismo è un argomento sempre sul banco delle discussioni, proprio per riuscire a trovare nuove e più aderenti forme di sostegno per coloro che si apprestano a compiere un percorso non semplice, seppure fortemente desiderato.

Lascia un commento